Scrivo di getto stasera, perché sono davvero arrabbiata. Sono arrabbiata perché neppure davanti ad un emergenza sanitaria, siamo capaci di attenerci a delle regole. Vale solo la regola Coronavirus tuo vita mea.

Esplode davanti alle regole l’egoismo imperversante che purtroppo contraddistingue l’italiano medio. Di qualsiasi età e ceto sociale, da nord a sud in modo quasi paritario.

Se le regole non mi fanno comodo, non sono valide. Ed è così che all’improvviso ci scordiamo che un nostro piccolo gesto può essere di aiuto a molti. Che una nostra piccola rinuncia può salvare altre vite.

La rinuncia

Ci pesa da morire rinunciare a qualcosa, ci pesa stare in casa, ci pesa andare al lavoro mentre gli altri stanno a casa, ci pesa fare la coda al supermercato, metterci i guanti che rottura di coglioni. Ci pesa tutto e pesiamo su tutti.

Neppure il bollettino di guerra quotidiano ci fa rinsavire, neppure la fila di bare, neanche gli ospedali pieni, ci fanno rinunciare a qualcosa.

Non vediamo le persone, ci mancano da matti. Non possiamo andare al mare, a berci il caffè al bar, fare l’aperitivo, andare a comprarci le scarpe. Ma nonostante ciò non riusciamo a rinunciare a delle cose che magari sono facilmente rinunciabili.

Rinunciare è qualcosa a cui non siamo stati educati. Noi siamo cresciuti con la filosofia che “volere è potere”, ma non vale sempre. Se il potere calpesta qualcuno non è più frutto della volontà, ma è puro egoismo.

L’obbedienza

Siamo cresciuti in un paese democratico, libero, dove ci siamo abituati a fare ciò che ci pare. Sempre. Ma la libertà assume valore se nasce dal rispetto dell’altro, la libertà non è fare ciò che si vuole a discapito di altri.

Le misure restrittive di questi giorni sono faticose per tutti, a prescindere. Sono misure che ci hanno costretto a stare in casa, quel luogo che tanto ambiamo e per il quale molti sudano anni per costruirlo, ora è divenuta una specie di prigione. Ma ci pesa di più stare a casa o non poter fare ciò che vogliamo? Pensiamoci bene.

Ognuno di noi ha motivi validi per disobbedire, ma pochi sono assolutamente necessari. Lo ribadisco, perché si può davvero sopravvivere per questo tempo.

È un atteggiamento quello dell’obbedienza che fa un popolo, un popolo migliore. Un popolo che è capace di capire che se obbedisce qualcosa può cambiare davvero.

Coronavirus tuo vita mea

Non mi importa di questo virus, fino a che non ce l’ho alle calcagna, fino a che non bussa alla porta della mia famiglia o di qualcuno che conosco. È lontano non mi tocca.

È un po’ come quando sentiamo parlare delle guerre, eh ma sono lontane, mica sono qui vicine a me.

Abbiamo la possibilità di salvarci l’uno con l’altro, di salvarci evitando che la tua morte provochi dei danni nella mia vita. Che la tua salvezza arricchisca la mia vita. E non stiamo parlando solo di vite fisiche e di morti provocati dal virus. Ma di morti di aziende, di imprese, di imprenditori che sono disperati in questi giorni. Non sanno quando, come e se riapriranno. Non sanno come faranno a pagare affitti e stipendi questo mese. Ma se non iniziamo a capire che la vita di quella impresa dipenderà anche dal mio atteggiamento, tutto sarà davvero vano. Anche le parole disperate di quelle persone, che in questi giorni ho sentito al telefono, che stanno impazzendo cercando di capire come potranno uscirne. Anche loro dipendono dalle mie piccole scelte quotidiane.

Vi invito davvero per un volta di mettere da parte noi stessi per gli altri, di farlo per il bene di questo paese che state sviolinando in tutti i modi dai balconi.
Vi invito a fare questa cosa pensando ai nipoti, ai figli che magari non vedete da giorni, se continuate a fregarvene, il tempo si allungherà.

Impariamo da questa situazione ad essere più solidali e più reciproci. Solidali non solo economicamente, ma sostenendoci, perorando le cause di tutti. Reciproci pensando a chi vicino o lontano sta male, a chi è costretto lavorare in situazioni di emergenza continua da settimane oramai e non vede la fine di questo incubo.

Vi invito a mettere meno cuori su internet e più cuori nella vita.
Meno IO e più NOI.

Monica