Ogni fine anno, per me è la chiusura di un percorso. Ho questo vizio delle verifiche, di fare il punto. Devo mettere ordine per poter pensare con libertà a qualcosa di nuovo. Mi faccio un auto discorso di fine anno.
Il 2019 è iniziato con l’ansia di un nuovo anno tutto da decidere. Senza un lavoro, ospite dai miei, con tanti punti interrogativi. Ho preparato il mio curricula originale, con una lettera di presentazione e gli obiettivi che mi ponevo professionali. Sono stati tutti scompaginati dagli eventi e ho fatto cose e cose che mai avrei pensato di fare. Ho scoperto di essere multipotenziale.

Discorso di fine anno
Un anno ricco, passato con una velocità della luce pazzesca. Ogni tanto scorrevo le foto nel telefono, perché pensavo tra me e me di non aver fatto nulla. Poi riguardavo e coglievo eventi, viaggi, persone ed espressioni di vario genere dalla mia faccia e da quelle che mi hanno circondato.
A gennaio ho fatto una decina di colloqui di offerte di nuovi lavori. Ho scelto alla fine forse la strada meno certa, la meno sicura, forse la più difficile e la meno comoda. La strada che mi ha chiesto di mettermi in gioco e di provare a fare una cosa mai fatta. Seguire e collaborare per la gestione di un progetto regionale mi ha completamente destabilizzata, perchè in questo percorso ho incontrato un sacco di nuove persone. Sono convinta che siano i rapporti umani a destabilizzarci e non le situazioni. Le situazioni si gestiscono, le persone non si possono controllare fortunatamente. Non sai in un nuovo incontro chi ti troverai davanti, chi è veramente, la sua storia, la sua percezione di te e quello che da te si aspetta.
Le persone
Questo è ciò che mi ha particolarmente affascinato in quest’anno le tante e tante persone nuove che ho incontrato nelle innumerevoli situazioni. La ricchezza che mi hanno donato e l’accoglienza umana che mi hanno riservato nella maggior parte delle situazioni.
Inizio dai bimbi, quel del Nido Scarabocchiando che per sei mesi ho seguito nei laboratori di cucina e che ritroverò a gennaio. Poi le donne di Alice nel Paese del Green, le donne che ho incontrato più e più volte, che cercano di cambiare e migliorare se stesse e insieme anche gli altri. Donne che si sono tirate su le maniche per impastare, donne che vogliono cambiare rotta, donne che vogliono a tutti i costi fare impresa.
I cinquantenni dei corsi di digitalizzazione, arrabbiati a volte per il veloce processo tecnologico. Spesso curiosi e interessati a non rimanere un passo indietro. Ironici e simpatici nel raccontare aneddoti che li mettono in difficoltà nel confronto con le nuove generazioni.

I partecipanti ai corsi in orto, quelli che vogliono sempre sperimentare l’esperienza della cucina all’aperto. Quelli innamorati di quel luogo, che probabile non si potrà più sfruttare, ma ne troverò un altro. Gli adolescenti e i ragazzi dei corsi di cucina, quelli che ti raccontano un sacco di cose e ti guardano sempre con sguardo diffidente, senza comprendere da che parte stai.
Ci sono poi delle persone davvero speciali, specialissime. Per primi tutti quelli che sono all’interno di quello spazio Forcoop, tutti nessuno escluso, perché tutti mi hanno riservato un amicizia e sempre parole accoglienti e davvero oneste. Mi hanno aiutato a ricredere in me stessa, nonostante le innumerevoli ferite, cadute e magagne che mi porto dentro. Mi hanno fatto un sacco ridere, sono state pazienti e generose negli insegnamenti.

I miei amici camminatori, quelli incontrati durante la Netural Walk ad agosto. Persone sconosciute, con le quali la condivisione di emozioni e fatiche è diventata la tessitura di rapporti umani preziosi come il broccato.

Gli otto pazzi soci fondatori della Cucina Disagiata. Otto pazzi disagiati che mi hanno supportata, appoggiata e regalato una fiducia indescrivibile. Otto pazzi che adoro e che stimo profondamente, per il coraggio che hanno infuso nel progetto associativo.
I vignaioli tutti ma in particolare quelli FIVI e quelli trevigiani. Perchè mi fanno scoprire e continuare ad appassionare ad un mondo, assecondando dei miei desideri. A tutte le persone che grazie a loro ho incontrato e ascoltato e dalle quali non ho solo ricevuto un buon bicchiere di vino, ma sorrisi e sapere.
Gli amici del ciclismo, mezzi virtuali, mai visti, ma amici specialissimi. Ho detto che non giocherà a Bikoo nel 2020…posso ritrattare?
Menzioni speciali
Ho delle menzioni speciali senza tagliare fuori nessuno, ma sono necessarie. Patrizia e Desirée le voglio nominare insieme, perché sono la congiunzione e le fautrici di molte cose quest’anno. Loro hanno fatto si che ci incontrassimo, ma soprattutto hanno creduto in me e mi hanno davvero spinta, dolcemente ma spinta. Possiamo dire che c’è una quarta figura femminile che ci unisce che è la Bellussera.

L’altra menzione va ai miei genitori, che con tutte le difficoltà di trovarsi una figlia quasi cinquantenne in casa e non capire cosa cavolo sta facendo nella sua vita, mi hanno sempre sopportata, supportata e amata. Non capendoci, spesso, quasi quotidianamente. Ho visto i mei genitori nella loro fatica, capire la mia fatica e questo li renderà sempre unici e preziosi.
Menzione speciale anche alle persone che hanno cercato di rendermi la vita difficile, quelle servono per fortificarti e perché ogni tanto bisogna anche dire un sano “fanculo” a qualcuno. Servono per accorgersi che c’è di meglio nella vita, che non ci si può piangere addosso, che non tutto è nero o bianco, ma tutti abbiamo sfumature meravigliose. Grazie perché mi avete insegnato a fare anche buon viso a cattivo gioco e a discernere.
Un grazie unico a Paolo che mi ha ripresa per mano aiutandomi nel riavviare il blog. Ha dovuto sostituire una persona che continua a mancarmi, un amico speciale che era custode delle mie scritture. Un passaggio di consegne che era obbligato, ma non scontato, che poteva prevedere anche l’abbandono di un progetto.
Per il 2020 vorrei di nuovo persone nella mia vita, anche nuove, diverse, tante e speciali. Vorrei viaggi e nuovi posti attraverso i quali creare nuove relazioni e nuovi incontri. Cerco una casa dove stare e poterle ospitare queste persone, con la mia accoglienza godereccia e per avere il tempo debito per l’ascolto. Spero di essere sempre quello che sono, cercando di migliorarmi e di non perdermi. Vorrei degli abbracci che mi mancano tantissimo, ma che non si possono chiedere.
Nella vita cercate le persone, che negli incontri vi è la ricchezza, non nelle cose.
Grazie 2019 e arriva con calma 2020.
Monica
