Fino a che tutti e intendo tutti non ci arrenderemo a ciò che sta succedendo, niente si risolverà. Dobbiamo smetterla di lamentarci di ciò che sta succedendo ora e pensare a cosa sarà dopo il #coronavirus.
L’arrivo del #coronavirus
Tutti l’abbiamo vissuto con leggerezza, tutti. Io per prima, ridendo di chi faceva scorte, continuando a fare corsi, andando in giro come niente fosse, meravigliandomi perché non c’era nessuno in giro. Dobbiamo ammetterle le nostre colpe dobbiamo dire ciò in cui abbiamo sbagliato. Siamo stati male informati? forse si, ma è anche vero che noi italiani siamo abituati a raccogliere le notizie che ci piacciono. Abbiamo una specie di filtro nel nostro cervello. Ciò che ci piace ok, ciò che non ci va, si cancella con un tasto.
Quando però l’allarme si è fatto potente, lì dovevamo fermarci. Domenica dovevamo iniziare a fermarci e capire e fermarci. Fermarsi. Respirare. Ascoltare. Obbedire. Questo è il tempo dell’obbedienza e dell’arrendevolezza.
Ognuno di noi ha mille motivi per non fermarsi, chi ha partita iva, chi ha figli, chi ha anziani, chi ha prenotato le ferie. Ognuno si auto giustifica. Ma sapete cosa a me ha fatto spavento: essere fermata con un grosso tubo in bocca, bloccata in un letto. Anzi no, non ho pensato a me. Ho pensato che in quel letto potevano esserci mia sorella, mio fratello, mia nipote Margherita o Gioele. E che se all’improvviso arrivano al pronto soccorso mio padre e mio nipote e ci fosse stato un solo letto, avrebbero dovuto scegliere fra mio nipote e mio padre.
Io non vorrei scegliere fra nessuno dei due onestamente, non so voi.
La quarantena da #coronavirus
Oggi siamo chiamati a vivere un tempo diverso, non è poi gravissimo, solo che dobbiamo imparare a gestirlo. Possiamo ance fare delle cose nuove.
- coltivare l’ordine, cosa che non abbiamo mai tempo di fare, mettere ordine anche nelle cose fisiche, nei pensieri, nelle cartelle del pc;
- studiare e scoprire nuove cose, leggendo testi sepolti sulla scrivania, andando a vedere vecchi articoli messi nei preferiti, sistemando la libreria;
- guardare dei film che non vedevamo da tempo, fa sempre bene riguardare un vecchio film che ci mette felicità o che ci fa piangere o ridere a crepapelle;
- camminare intorno a casa, uscire da casa ogni due orette, magari per 10 minuti ma serve ad ossigenare il cervello, vedere la natura che cambia e scoprire magari cosa succede vicino a casa nostra:
- consolidare relazioni, la non frequentazione obbligata magari ci fa scoprire che un collega ci manca particolarmente, che vorremmo solo sapere come sta per esempio (tipo voi di Forcoop tutto ok?);
- cucinare ecco a chi di solito mi dice che non ha tempo ora ce l’ha, anche per impastare, lievitare e magari farlo con i figli, qui un po’ di ricette ci sono se volete anche da fare con i piccoli;
- programmare un nuovo calendario che riparta da una primavera nuova, dove non dovremmo riempirci di miliardi di cose, ma scegliere cosa fare e cosa no.
Dopo il #coronavirus
Per gli amici creativi, imprenditori e partite iva come me, vorrei che uscissimo dal tunnel delle rate, tasse e quanto altro. Dovremmo staccarci un attimo per pensare cosa fare. Dobbiamo farci una doccia, rimetterci una camicia pulita e sederci davanti a un foglio bianco e iniziare a scrivere un nuovo progetto. Perché senza un nuovo progetto non pagheremo nulla, ma chiuderemo tutti.
Perché sia fruttuoso non dovrà nascere dalla disperazione, ma dalla speranza. Dalla consapevolezza che siamo esseri fragili, mutanti e facilmente minabili. Non siamo ne invincibili, ne immortali, questo ci è chiaro.
Dobbiamo fare uno sforzo per buttare fuori la rabbia prima di pensare al progetto e lasciare spazio alla gentilezza e alla solidarietà. Solidarietà verso chi come noi è in difficoltà economica, magari scegliendo un fornitore diverso e verso chi avrà sofferto davvero fisicamente.
Dovremmo sperimentare la cooperazione, la reciprocità, abbiamo visto e toccato che da soli non si va da nessuna parte.
Questo è ciò che dobbiamo fare questi giorni a casa: progettare, pensare e ricostruire. Potrebbe essere utile rileggere cosa è successo nel dopo guerra, studiare qualche dinamica imprenditoriale, per esempio la storia di Olivetti o di chi ha ricostruito un Italia distrutta dalla bombe e non da un virus.
Buona progettazione a tutti e #stateacasa.
Monica
Suggerimenti di lettura:
Se tutto torneà come prima di Silvia Toffolon