In questo inizio d’anno sto programmando le attività che voglio proporre legate alla cucina. Io sono una che ha bisogno di novità e di proporle. I corsi di cucina sono oramai attivi in tutte le salse e sono poco invogliata a crearne altri. C’è bisogno di altro, di emozione e il tempo della cucina emozionale.
Cos’è per me la cucina emozionale?
È l’esatto contrario della cucina tecnica, non che la cucina tecnica non possa emozionare, ma la pura tecnica è noiosa. Non tutti desideriamo diventare chef o esperti, ma tutti abbiamo bisogno di emozionarci per sopravvivere. L’emozione è la spinta alla quotidianità ricca di problemi e insoddisfazioni. Il cibo che emoziona è il cibo vero, non è quello con l’effetto waw. È il cibo che muove ricordi, che stimola incontri, che crea relazioni, fra generazioni e culture diverse.
Letture culinarie
Per questo io sono sempre stata una grande appassionata dei romanzi che parlano di cucina. Il racconto del pomodoro di monsieur Arthens in Estasi Culinarie, solletica la fantasia e vorresti averlo lì sul comodino per addentarlo.
Eppure io il pomodoro lo conosco da sempre, fin dai tempi del giardino di zia Marthe, fin dalle estati che impregnavano di un sole sempre più cocente quella piccola ed esile escrescenza, fin dalla lacerazione che le infliggevo con i denti per spruzzarmi sulla lingua un succo generoso, tiepido e ricco il cui altruismo genuino viene mascherato dal freddo dei frigoriferi, dall’oltraggio dell’aceto e dalla falsa nobiltà dell’olio. Zucchero, acqua, frutto, polpa, liquido o solido? Il pomodoro crudo, divorato appena colto in giardino, è la cornucopia delle sensazioni semplici, una cascata che sciama in bocca riunendo ogni piacere. La resistenza della buccia tesa quanto basta, i tessuti che si sciolgono in bocca, il liquore ricco di semi che ci cola agli angoli delle labbra e che asciughiamo senza paura di sporcarci le dita, quella piccola sfera carnosa che riversa in noi fiumi di natura: ecco il pomodoro, ecco l’avventura.
Estasi Culinarie
Così come il racconto di Anthony Bourdain in Kitchen Confidential sul suo primo incontro con le ostriche. Lui lo paragona alla sua perdita della verginità. Io ho sempre definito le ostriche come il massimo del piacere, capace anche di superare alcuni incontri con uomini non eccezionali.
Io la presi in mano, mi rovesciai in bocca il contenuto della conchiglia seguendo le istruzioni del raggiante monsieur Saint-Jour e ingoiai rumorosamente. Sapeva di acqua salata…di brina…e di carne…e e in qualche modo …del futuro.
E ogni cosa fu diversa. Ogni cosa.Kitchen Confidential
Non parliamo poi di uno, che dei suoi studi sulla mente umana ne è un capostipite. Sigmund Freud ha lasciato in eredità un libro di ricette, La cucina del dottor Freud, dove attraverso una serie di aneddoti fornisce ricette storiche viennesi e anche quelle che secondo lui sono le non regole da seguire a tavola.
…i medici non sanno mangiare, e hanno sublimato le loro frustrazioni orali con tetre ammonizioni… Secondo costoro noi dovremmo mangiare come le mucche e i cavalli, vale a dire verdure crude, cereali integrali, pasti misurati, equilibrati. Quelle famose diete equilibrate, che generano menti squilibrate…
La cucina del dottr Freud
Nuove esperienze in cucina
Per questo nel 2020 vorrei proporre degli incontri di cucina emozionale, alcuni già testati, come il Social Game Culinario o le Letture Gastronomiche. Poi altri progetti saranno realizzati nel calendario della Cucina Disagiata, con laboratori esperienziali per ogni età, dove si mescoleranno emozioni, racconti, storie e anche cucina chiaramente.
Mi piace però pensare che tutto ciò possa essere uno stimolo perché la cucina possa trasformare anche un compleanno, una festa fra amici, un incontro di lavoro, quei famosi team working noiosi. Mi piace poter proporre la mia idea di cucina emozionale per suscitare emozioni, le persone emozionate sono sincere, oltre che molto più produttive.
Vorrei diventare l’ambasciatrice della cucina emozionale, con i racconti scritti si, ma soprattutto attraverso le esperienze che potrò proporvi. Coinvolgere i sensi, la memoria, la curiosità, la creatività questa è la mia idea di cucina.
Tutto ciò si può fare anche incontrando qualche produttore, raccogliendo erbe nel campo, impastando a quattro mani, provando e riprovando la stessa ricetta che non funziona. La mia sfida è vedere gente che si emoziona mettendosi il grembiule.
Quindi se volete organizzare un evento di cucina emozionale ed esperienziale contattatemi che lo studieremo insieme e insieme ci emozioneremo.
Potete contattarmi via mail monica@monicacampaner.it 3518651790.
Buon cucina emozionale!
Monica