Da sempre in ogni parte d’Italia e anche in qualche altra parte del mondo, la notte di San Giovanni è legata alla magia. Chiamata anche notte delle streghe, delle benedizioni, dei miracoli. È una notte speciale perché lega il tempo del solstizio d’estate a quella che è la nascita di San Giovanni Battista. L’unione del sacro e il profano.
Da sempre la notte di San Giovanni è ricca di riti e tradizioni, molte legate alla terra, alla cultura contadina e ai ritmi della vita delle famiglie in campagna. Tutto sembra ruotare intorno alla magia della rugiada di questa notte, non del tutto sbagliata come idea. Non si lega di certo solo alla notte del 23 giugno, ma a tutte le notti che sono a cavallo del solstizio dal 20 al 24 giugno. Sono le notti più brevi legate di solito a una Luna Nuova e al cambio della stagione.
Sono cresciuta con nonne e genitori che hanno sempre rispettato i segni delle tradizioni, senza farsi troppe domande loro, le ho sempre poste io, facendo ricerche incrociate e cercando di capire il significato delle cose. Da ogni tradizione c’è questo intersecarsi della natura, con la spiritualità, sia essa cristiana o pagana. Ogni cosa diventa una celebrazione e un segno che rimane impresso nella memoria della vita. Vi racconto tre cose che potete preparare per questa notte, una è tradizione di casa, una me l’ha insegnata un ex fidanzato e l’ultima una signora friulana.
Il geranio di San Giovanni
Questo è un rituale di casa Campaner, tramandato di generazione in generazione. La sera del 23 di giugno si prende un rametto di geranio, non rampicante, si spezza la base e si pesta con un sasso. Il ramo va legato ad un paletto, una pianta, una vite, dove volete. Sarebbe da tradizione legarlo con un “venco” , un ramo di salice, in alternativa va bene anche un spago o uno spago da pomodoro.
Il geranio continuerà a fiorire fino a fine estate, pur non essendo piantato a terra.
Questo è il geranio che è stato legato lo scorso anno e che ora sta facendo le muove foglioline. È legato ad una vite nel giardino dei miei. È magico ogni anno ripetere questa cosa e meravigliarsi di nuovo.
Le erbe di San Giovanni
Qualche anno fa, un ex fidanzato arrivò a casa mia in aprile, con una decina di vasi di erbe aromatiche. Furono i fiori del mio terrazzo per quella primavera e a giugno uno splendore di fiori colorati. Le piante provenivano da talee di sua nonna e mi disse che da tradizione il 23 giugno finita la fioritura, tutte le piante venivano tagliate, chiuse in mazzi e messe ad essiccare.
Parte delle foglie essiccate, veniva pestata e messa in un unico vaso, insieme con sale grosso e grani di pepe, diventando così un ottimo miscuglio per insaporire le carni con le erbe di San Giovanni. L’essiccazione e la preparazione l’ho fatta più volte. È un miscuglio che mi piace un sacco abbinare alle carni bianche e al pesce al cartoccio.
Altra cosa che potete fare dopo averle essiccate è mescolarle senza pestarle e usarle come tisana digestiva o anche per aromatizzare l’acqua aggiungendo magare del succo di limone.
L’acqua di San Giovannni
Conobbi per lavoro in Friuli una signora bellissima di nome Teresa, nome che adoro, elegante e con una pelle fantastica. Sembrava senza età, ma mi disse che era sull’ottantina. Le chiesi cosa faceva per avere un viso così bello e mi disse: sin da ragazzina non ho mai saltato un San Giovanni. Mi raccontò che il pomeriggio del 23 giugno le donne della sua famiglia, dalla più anziana alla più piccola, si incontravano per raccogliere i fiori e le erbe per preparare l’acqua.
Era un rito, durante il quale si chiacchierava in confidenza fra donne e ogni ognuna raccoglieva fiori spontanei, erbe aromatiche, foglie di gelso, fiordalisi, lavanda e altro. Tutte queste cose venivano messe in un catino pieno d’acqua e lasciato fuori alla rugiada della notte di San Giovanni. La mattina dopo ogni donna si lavava il viso con quell’acqua che regala bellezza ed eleganza.
Buona notte di San Giovanni!
Monica
Consigli
Per essiccare le erbe aromatiche se non avete un posto asciutto consiglio l’essiccatore.
Dopo aver essiccato le erbe unitele in un mortaio con del sale grosso e lavoratele un po’ con il pestello, questo permetterà di far uscire gli aromi e gli olii essenziali.