Appuntamento alle ore 8:00 si va a visitare le vigne nei Colli Asolani, non sono vigne qualsiasi sono le vigne di Bele Casel. L’appuntamento è con Luca uno dei miei vignaioli preferiti, posso dirlo. Davanti a un caffè dove parliamo di ferie, ciclismo, vita, ferragosto e qualche altra menata, mi chiede: hai impegni oggi?
Vigna di Cornuda
Partiamo e mi porta verso la prima vigna su a Cornuda passando per stradine strette piene di boschi. Questa vigna non l’avevo mai vista, Luca mi racconta che il terreno non è loro, ma che facendo nuovi impianti. Scendo dalla macchina e si apre uno stradone in mezzo alle vigne, che a destra scendono in filari lunghi 200 metri e a sinistra fino a sotto la zona boschiva cintata da castagni vecchissimi. A destra un panorama meraviglioso sui colli, nonostante il cielo velato.
Sogni nelle Vigne dei Colli Asolani
Nella mia testa vedo una tavolata lunghissima di gente festante che mangia pane e salame godendosi questo spettacolo naturale e questo silenzio al di sopra del mondo. Ha piovuto abbondantemente la notte e iniziamo la passeggiata nell’erba ancora bagnata che inzuppa le scarpe. Luca è peggio di me per via di pensieri e mi dice: ho in testa delle cose ora te le voglio raccontare! Mi porta lungo il confine a vedere i vecchi castagni, sotto i quali mi racconta si pranza durante la vendemmia.
Il suo passo è agile da sportivo e “gamba piena” come direbbe lui e inizia a passare in mezzo ai filari raccontandomi la storia di una vigna che non è vecchissima, ma che contiene un lavoro assiduo. Pochi grappoli quest’anno di bianchetta, rabbiosa e di marzemina. La famosa marzemina bianca che veniva chiamata “uva sampagna” dai nostri vecchi. La sua passione per le vecchie qualità l’ho già raccontata nella visita precedente, ora volevo che mi raccontasse che cosa è successo quest’anno che a tutti sembrava così funesto e cosa è riuscito a fare lui lavorando in biologico.
Coltivazione biologica in vigna
La sua risposta è sempre la stessa: lavorare in biologico non è difficile ti chiede di conoscere bene la vigna, per questo devi vederla ogni giorno, controllarla e avere quelle attenzioni che ti permettono di portare a casa dell’uva buona per fare poi un buon vino.
La peronospora è ora quasi assente, grazie anche agli ultimi trattamenti. C’era più pericolo di oidio, una muffa bianca che interviene se c’è poco circolo dell’aria, ma questo è stato gestito anche con una defogliazione dei filari che guardano verso mattino, quando il sole è più basso e non c’è il rischio scottature. Ma a suo parere non ci sono state grosse difficoltà
Vigna Pra Grande
Risaliamo in macchina e su e giù per le Colline Asolane, arriviamo a Monfumo. La prima tappa è alla Vigna Pra Grande, questa vigna lo scorso anno era piena di fiori quando l’ho vista ed è una vigna giovanissima. La bianchetta è meravioglisa, carica, grappoli pieni, chicchi non regolari, ma già belli cicciotti. Ne assaggio un acino e non è acido, non maturo ma già dolce. Qui al contrario del vigneto precedente, ha molta uva ed è stata richiesta una selezione dei grappoli, per aumentare la qualità.
Prepararsi alla vendemmia
Questa è la fase in cui ci si prepara alla vendemmia e ci sono i sottofila da pulire per poter accedere più facilmente. Luca mi racconta che la vendemmia nei loro dodici ettari avviene in tempi rapidissimi, tutto il raccolto è maturo nello stesso momento e in pochi giorni va vendemmiato perché non patisca. La vendemmia racchiude un momento delicatissimo che è quello della fermentazione che va controllata. Molti uomini e donne in vigna per un lavoro duro, ma che raccoglie il lavoro di un anno. Non è contrario alla vendemmia meccanica dove è possibile farla, le nuove macchine sono precise e non creano nessun danno, ne all’uva ne alle viti. Accelerano i tempi, soprattutto in caso di rischio di piogge che potrebbero compromettere la qualità dell’uva.
Vigna Longon
Andiamo poi nella vicina Vigna di Longon, qui l’avevo vista lo scorso anno nel nascere, solo il terrazzamento e i pali per le piccole piante di vite. Ora è verde, le viti ancora giovani un po’ più lente di Pra Grande, ma bisogna attendere non c’è verso. Qui scendiamo fino in fondo, perché qui gli occhi si illuminano e i cervelli divengono caldi. C’è un progetto bellissimo nella testa di Luca che generosamente condivide, cercando conferma da una che chiaramente lo incita a proseguire. Sarà bello Luca, sarà bello e voglio esserci quel giorno.
Vigna dei Confinanti
Proseguiamo vero la Vigna dei Confinanti, la Vecchia Vigna che contiene storia e scommesse. Il vignaiolo vuole raccontarmi cosa è stato fatto qui per modificare un metodo di lavoro faticoso e a volte molto dispendioso e non sempre possibile. Sono state create le banchine, attraverso il lavoro di un esperto della Val di Cembra, che ha lavorato il terreno con un apposito macchinario. È stato tolto il pendio naturale della riva e creati quasi dei gradini. Perché? facile da spiegare, per favorire il lavoro in modo particolare dei trattamenti che così possono essere fatti con un piccolo trattorino e sono molto più rapidi e puntuali in vigna.
Sono lavori necessari per poter garantire un prodotto di qualità che non intacchi il territorio, preservi comunque l’ambiente, ma faciliti come è giusto il lavoro dell’uomo. Le viti non subiscono alcun danno, anzi rimangono anche più arieggiate nella parte bassa e hanno meno bisogno di essere falciate.
Vigne e progetti
Qui Luca si siede all’ombra di un fico e inizia un confronto aperto. Si parla di vigne si, ma di territorio, di cicloturismo, di accoglienza. Parliamo di futuro e di presente, di come valorizzare le Vigne dei Colli Asolani e di come invitare i turisti ad amarli. I vignaioli sono dell’idea che hanno un idea di progettualità molto più concreta, perché quando tu pianti un vigneto, guadi già al futuro e non all’immediato. Per questo sei più propenso a pensare ad un progetto che guardi a domani e non a oggi stesso. Luca mi dice che un vigneto da il meglio di se dopo i dieci anni, quando raggiunge l’equilibrio della pianta, si assesta nel territorio e ha finito tutto l’entusiasmo della crescita. Così come un progetto che ha bisogno di essere provato e riprovato per vederlo fruttare a lungo
La Cantina di Bele Casel
Non finisce qui il giro perché andiamo in cantina a Caerano, dove le 150 mila prodotte in un anno vedono il grosso e meticoloso lavoro di chi sta in cantina. Papà Danilo segue con rigore i passaggi dell’uva, la sua evoluzione soprattutto nel primo mese in cantina. La cantina è un luogo di lavoro certo, ma di un lavoro che può rovinare o rendere eccellente ciò che si è fatto in vigna per mesi. Non sarà bellissima da vedere, ma non importa parla il vino.
Lunga vita al Colfondo
Assaggiamo seduti a tavola il Colfonfo 2018 e poi Luca mi apre un Colfondo 2009. Si un Prosecco DOCG dei Colli Asolani che matura in bottiglia che ha 10 anni. Luca è uno dei grandi sostenitori di questo metodo tradizionale che veniva usato dai nostri contadini.
Spettacolo!
Equilibrato, si apre in una spirale di profumi che lasciati andare i lieviti sono profumi maturi. Di mela gialla, di fiori estivi, di un vino che puoi accompagnare piatti importanti, perché l’acidità è buona ma la durata del salino in bocca è speciale.
Chiudo questa visita alle Vigne nei Colli Asolani come si può chiudere in una bella famiglia di contadini, seduti a tavola con tutti grandi piccini, donne e uomini dove la condivisione è l’essenza dei racconti e dei progetti futuri e del buon vino.
Evviva speciale alla famiglia Ferraro e lunga vita al Colfondo!
Grazie Luca per la generosità del tempo, del racconto e della condivisione!
Monica