Il 1° agosto la tradizione veneta, ma in particolare trevigiana, ci ricorda di bere a digiuno il mattino due dita di vino bianco.
Tradizione che nella mia famiglia si è sempre fatta rispettare a tutti, donne e uomini, anziani e giovani, tranne che ai bambini fino ad una certa età, l’età in cui cominciavi a dare una mano in casa.
L’usanza era di anche di radunarsi più persone, vicini di casa, amici, magari con i parenti che venivano da lontano d’estate. Sopra il tavolo era pronta la “bocaeta”, la caraffa di vino bianco, dalla quale tutti prendevano due dita.
Due dita si certo, giusto per onorare la tradizione. Due dita per iniziare, perché se poi volete fare una colazione da veri campioni trevigiani, potete riempirlo il bicchiere e accompagnarvi un uovo sodo o un panino col salame o soppressa.

Perchè il vino bianco?

Si diceva fosse il vino allegro da bere, fosse quello che aveva iniziato a lavorare nelle bottiglie e che fosse leggermente frizzante, praticamente il Colfondo, il vino rifermentato in bottiglia.
Si presuppone che fosse questo, anche perché non c’era altro modo di fare il vino bianco nella nostra zona o meglio tutti i vini erano un po’ allegri quelli fatti in casa.
Se non sapete cos’è il Colfondo, andate qui.

Cosa dice la leggenda del primo agosto?

Si dice che questa tradizione tenesse lontane le malattie, in particolare il mal di schiena e soprattutto proteggesse dal morso dei serpenti.
Il tutto ha un nesso e una sua logica che è basata sui tempi della vita contadina. Le prime settimane di agosto erano abitualmente settimane un po’ più lente, erano le settimane che precedevano i grandi raccolti, le vendemmie e poi di seguito il mais, che ricordiamo nel nostro territorio trevigiano, copriva il 50% delle culture.
Quindi diciamo che il mal di schiena passava perché si riposava un pochino.

I serpenti in questo periodo dell’anno preparano le cove e di solito proteggono le uova, per questo sono molto più aggressivi e attenti a badare al loro tesoro. Non facendo grossi lavori sui campi, poco sfalcio e poco fieno, permetteva di portare a nascita i piccoli e di continuare poi la loro vita, quindi nessun serpente si doveva più preoccupare di difendersi. Di conseguenza pochi morsi.

Come sempre la vita contadina con le sue tradizioni è semplice e logica, dimostrando che ogni cosa ha un suo perché.

È tutto vero?

Chi lo sa! di fatto due dita di vino a digiuno non hanno mai ammazzato nessuno.
E qui dalle nostre parti si dice che “pitost de butar via na tradizion, se brusa un paese”.
Trad. Piuttosto di buttare una tradizione, si brucia un paese.

E a me piace anche tramandare queste storie, perché non sono così lontane, appartengono al secolo scorso, ai nostri nonni e sono parte fondamentale della nostra storia. mi piace che queste storie abbiano dei volti, come quelli delle mie nonne, dello zio Giovanni, degli amici di mio papà o dei vicini che si passano il calice di qua e di là della recinzione.
Fare memoria è una delle pratiche più belle che possiamo coltivare.

Buon agosto e cin cin!

Monica

primo agosto vino bianco